La storia della cannabis ha radici lontanissime nel tempo. La nascita di questa meravigliosa pianta sembra possa essere collocata circa 28 milioni di anni fa nella zona orientale dell’altopiano del Tibet, dando origine alla diffusione su tutto il territorio asiatico orientale.
Intorno al 2000 a.c. gli agricoltori cinesi ne intuirono le straordinarie potenzialità ed iniziarono a coltivarla per produrre olio e fibra, con cui produrre corda, abbigliamento e carta. Le stupefacenti proprietà terapeutiche della canapa furono applicate da subito nella medicina cinese, ai tempi considerata una delle scienze più evolute del pianeta: basti pensare che ancora oggi in cinese la parola“anestesia” è composta da due ideogrammi che significano rispettivamente “cannabis” e“intossicazione” e che costituiscono prima testimonianza di utilizzo della cannabis nella terapia del dolore.
In Europa l’espandersi di questa coltura per usi tessili è strettamente legata alla comparsa delle Repubbliche Marinare, che utilizzavano enormi quantità di fibra per la produzione di corde e veledi ottima qualità per le loro flotte. In poco tempo l’Italia diventò il secondo produttore al mondo di canapa, seconda solo alla Russia, favorita da una conformazione naturaleche permetteva sterminate coltivazioni estensive.

Negli Stati Uniti i presidenti George Washington e Thomas Jefferson furono tra i primi promotori della coltivazione di cannabis, definendola quest’ultimo come “essenziale al benessere e alla protezione del paese”: ci fu addirittura un tempo in cui per gli agricoltori era obbligatorio destinare parte dei propri sforzi alla produzione di canapa! Jefferson in prima persona si impegnò nella costruzione del primo macchinario capace di separarne meccanicamente le fibre.
Per secoli questa pianta fu considerata come un’inestimabile risorsa, fino al punto che nel 1937 Henry Ford progettò e costruì il primo prototipo di quella che chiamò Hemp Body Car, ovvero un’automobile interamente costruita in fibra di canapa, molto più leggera e resistente dei materiali normalmente utilizzati ed alimentata da etanolo di canapa, raffinando il carburante dai semi della pianta stessa.

Quest’automobile costituisce ancora oggi uno degli esemplari più ecologici di sempre, con un impatto ambientale praticamente nullo. Purtroppo l’inizio della Seconda Guerra Mondiale portò l’impegno economico statunitense verso interessi differenti. Ford morì nel 1947 e nel 1955 la coltivazione di canapa venne proibita negli USA, grazie alla pressione delle 3 lobbies più influenti del momento: quella farmaceutica, quella dei produttori di carta e fibre e infine quella dei produttori di alcoolici. Il bieco movimento fu relativamente semplice da portare avanti. Vennero screditate tutte le ricerche scientifiche che dimostravano l’efficacia e l’efficienza di questa straordinaria pianta e l’utilizzo ricreativo di canapa fu associato alla comunità degli immigrati messicani che rubavano posti di lavoro ai buoni cittadini americani, portando criminalità e violenza. Terminato il proibizionismo dell’alcool, Henry Anslinger, il primo commissario del U.S. Treasury Department’s Federal Bureau of Narcotics, identificò nella canapa il più potente capro espiatorio per i problemi sociali esplosi negli Stati Uniti. Il termine più utilizzato durante la campagna razzista promossa all’epoca fu “Reefer Madness”–letteralmente “follia da spinello”-espressione che ritraeva le persone che fumavano marijuana come pazzi maniaci stupratori senza scampoli.

Dal 1968, la cannabis iniziò ad essere associata al movimento Hippy e ai contestatori della Guerra in Vietnam del Presidente Nixon. La folle lotta alla canapa continuò, raggiungendo picchi quasi grotteschi: nel 1970 venne emanato il The Controlled Substances Act, che classificava le droghe in 5 categorie ordinate per livello di pericolosità. La canapa, che ancora ad oggi non annovera alcuna vittima tra i suoi utilizzatori, venne inserita nella Scheda I, ovvero tra lesostanze senza alcun valore medicale e ad alto rischio, al pari di LSD ed eroina.
Pochi anni di atroce ignoranza alimentata da corruzione e biechi interessi economici stavano cercando di cancellare secoli di storia di una delle risorse più importanti del nostro pianeta. Ma per fortuna, almeno negli Stati Uniti, a distanza di pochi anni qualcosa iniziò a cambiare…